Gli ‘Amici della domenica’ e un bicchiere di Strega

Correva l’anno 1944, nel fermento del secondo conflitto mondiale, quando Maria e Goffredo Bellonci aprirono le porte della propria dimora a personalità provenienti da diversi ambiti della cultura italiana. Lo scopo del gruppo era quello di riunirsi per discutere di letteratura alleviando gli animi  dal grande dolore e incertezza dell’ Italia scossa dalla guerra.

Dal giugno 1945, con sorpresa, gli Amici della domenica, così come li conosciamo noi oggi, continuarono a bussare a casa Bellonci per discutere di letteratura e attualità culturale. È in quel momento che Maria Bellonci comprese quanto il salotto letterario potesse fare la differenza e trainare l’Italia del dopo guerra verso una nuova ripresa culturale. Infatti, il gruppo negli anni ospitò grandi intellettuali e artisti di spicco come Carlo Emilio Gadda, Alberto Moravia, Elsa Morante, Giuseppe Ungaretti, Aldo Palazzeschi e tanti altri.

Casualmente, durante una cena in una trattoria, il progetto venne presentato a Guido Alberti, al tempo a capo dell’azienda del liquore Strega di Benevento, che decise di finanziare l’idea investendo centomila lire. Così l’evento prese il nome del famoso distillato a base di erbe. 

La prima edizione del Premio Strega, nel 1947, fu assegnata da Ennio Flaiano con Tempo di uccidere. Lunga è la lista di vincitori di spicco, tra cui grandi classici come  La Bella Estate di Cesare Pavese, L’isola di Arturo di Elsa Morante,  Lessico famigliare di Natalia Ginzburg, Il nome della rosa di Umberto Eco. 

La formula del Premio, seppur con qualche cambiamento, non ha mai subito grandi modifiche rispetto alle prime edizioni. I libri in gara devono essere pubblicati tra il 1° marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno seguente. Gli scrittori non si candidano, i libri vengono scelti dagli Amici della domenica. Ogni membro può candidare un solo libro. A quel punto, la casa editrice dell’autore scelto può inviare la copia del proprio lavoro alla commissione che a sua volta sceglierà dodici candidati. Nel mese di giugno avviene una prima selezione di cinque opere, i semifinalisti. La proclamazione del vincitore, che avviene nella storica sede del Ninfeo di Villa Giulia a Roma il primo giovedì di luglio,  è decretata da un voto anonimo di una commissione di 660 persone, tra cui ex vincitori, gli Amici della domenica, votanti esterni della cultura e lettori selezionati da librerie indipendenti.  

Fin dalle prime edizioni, il Premio Strega è stato terreno di scontro tra case editrici, oltre che tra scrittori. Ogni anno, al momento della pubblicazione dei romanzi scelti, le polemiche non tardano ad arrivare. Ricordiamo il caso, in occasione dello Strega del 1959, di Beppe Fenoglio e Pier Paolo Pasolini, al tempo pubblicati entrambi da Garzanti, che si contesero la selezione con i rispettivi romanzi Primavera di bellezza e Una vita violenta. Lo scrittore di Casarsa, non vedendo il cedimento del collega, avviò un’ autopromozione tra gli Amici della domenica per accaparrarsi i loro voti. Tra i due litiganti, a godere fu Giuseppe Tomasi di Lampedusa con Il Gattopardo. Altro caso di polemica fu la candidatura del 1952 della raccolta I Racconti di Moravia, testi già pubblicati. Il regolamento non vietava la partecipazione di testi già editi, ma lo scrittore si ritirò lasciando il posto al suo collega, nonché suo favorito, Italo Calvino con Il Visconte Dimezzato.

Con il tempo Lo Strega, ad oggi il premio letterario più importante d’Italia, ha istituito altri riconoscimenti: il Premio Strega Giovani, assegnato da una giuria di studenti delle scuole; il Premio Strega Ragazzi, che premia i migliori libri per ragazzi; il Premio Strega Europeo, riconoscimento assegnato al migliore libro straniero tradotto. Negli ultimi anni, data la grande forza dei social, il mondo del web è terreno di una piccola maratona letteraria che troviamo sotto l’hashtag #stregathon che mira a dare voce ai candidati strega e al popolo digitale di lettori.

Di Michela Pasquali

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