Due parole su… ‘Il venditore di miele’ di Michele Cofrancesco

“Il venditore di miele” è il romanzo d’esordio di Michele Cofrancesco, autore pavese con un background culturale fatto di letture che spaziano dalla fantascienza ai classici. L’autore cerca – e molto spesso riesce nel suo intento – di fondere in una fitta e avvincente trama tutti gli elementi del racconto di genere distopico, arricchendola con un velo di nostalgia e un tocco di innovazione nella costruzione dei personaggi, mai scontati negli atteggiamenti e nelle azioni.

La storia ruota attorno alla figura di Phil, un giovane venditore porta a porta che si trova a proporre ai suoi avventori un prodotto ormai introvabile nel 2078: il miele. Il nettare si rivela misterioso e pericoloso a causa degli effetti che produce su chi lo assaggia. Il responsabile di tutto sembra essere Jeremaia, ricco titolare di una enorme azienda farmaceutica, descritto dall’autore come il classico antagonista costruito sulla linea di un moderno Lex Luthor.

La narrazione si presenta frenetica e si sviluppa come una sequenza di fatti in esponenziale accelerazione. L’evolversi della trama appare in grado di proiettare il lettore in una galassia abilmente disegnata dalla penna di Cofrancesco e plasmata aggregando quei tasselli che, una volta posati, danno vita a un mosaico chiaro ma non per questo di facile interpretazione.

Il mondo di Center-City è popolato da personaggi peculiari come Jenny, misteriosa e ammaliante figura che nel corso della storia stringerà un legame particolare con Phil; Arthur, amico e maggiordomo del subdolo e perfido Jeremaia; oppure George, sua moglie Molly e Gunnar, sfortunati acquirenti di quel miele che fa da motore all’intera narrazione.

A farsi strada tra i gli episodi del romanzo, incombe l’ingombrante e inquietante presenza della morte che, senza troppi complimenti, si presenta agli occhi del lettore già nei primi capitoli, finendo col diventare l’elemento fisso di una fabula avvincente e perturbante al tempo spesso, affiancando i numerosi plot-twist che si impongono con ostinazione e frequenza.

Cofrancesco si inserisce, con il suo trascinante racconto, in un contesto già battuto ma mai esaurito: quello del romanzo distopico che, da quasi un secolo, coinvolge milioni di appassionati. Il finale aperto lascia spazio a un secondo capitolo che, potenzialmente, potrebbe dare il via alla costruzione di un’appassionante saga destinata a lasciare il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

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